Il tempo etico by Ettore Perrella

Il tempo etico by Ettore Perrella

autore:Ettore Perrella [Perrella, Ettore]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: La ragione freudiana
editore: Polimnia Digital Editions
pubblicato: 2023-08-12T22:00:00+00:00


3. 1. 3. La caducità ed il ritorno

È impossibile impostare qualunque etica attenendosi ai criteri della scienza classica. Una legge morale è prescrittiva e una morale che fosse solo descrittiva cesserebbe, con questo, d’essere una morale, per diventare subito una psicologia, una sociologia o un’economia. Perciò quasi tutte le morali prodotte dal nostro tempo sono state, per usare ancora un termine nietzschiano, solo una forma di «nichilismo incompiuto», che ha rispolverato versioni precritiche dell’etica senza neppure tentare di giustificarle, come si faceva un tempo, in base a principi dati per universali od oggettivi. Solo la critica nietzschiana (la «genealogia della morale») era in grado di far funzionare la mancanza di fondamento d’ogni enunciato morale come un filtro che mettesse in evidenza la vera volontà legiferante, la quale, per Nietzsche, è l’unica a sopportare la propria mancanza di fondamento, e che proprio per questo – proprio perché la sopporta – ha valore di fondamento. La profezia nietzschiana del superuomo è quella dell’avvento d’una volontà che si sa accettare come non necessaria, e che proprio per questo diviene fondatrice di valori. In realtà, nei cent’anni che ci separano dalle passeggiate di Nietzsche a Sils-Maria, il superuomo è rimasto un ideale vuoto, mentre proprio il nichilismo incompiuto ha continuato a proliferare nelle ideologie moderne. L’ipotesi dalla quale prendiamo le mosse è allora che la psicanalisi sia (sia implicitamente, e debba diventare esplicitamente) l’etica che la scienza non ha potuto finora formulare.

Naturalmente, occorre subito aggiungere che, da questo punto di vista, la psicanalisi, per noi, è soltanto un punto di partenza, perché quel che c’importa in essa non è la contingenza delle sue vicende, storicamente quasi sempre misere, ma quel nucleo di verità, spesso misconosciuto dagli analisti stessi, senza tenere conto del quale non si comprenderebbe neppure come essa possa avere anche un minimo effetto nella propria pratica.

È noto quali oscuri rapporti abbiano legato Freud alla memoria di Nietzsche. L’ammirazione che ne aveva è fuori discussione, ma Nietzsche è il solo autore di cui Freud affermi d’essersi proibito la lettura, come se da essa avesse da temere un pericolo essenziale. In Nietzsche, Freud ha certamente compreso su quale abisso egli stesso era sospeso, e ne ha distolto lo sguardo. In compenso la figura di Lou, come un messaggero inquietante, lo legò a una memoria nei cui recessi egli si rifiutò di frugare (si vedano le lettere scritte ad Arnold Zweig su una biografia di Nietzsche progettata da quest’ultimo). Che cosa amò Freud in questa donna, che senza dubbio amò, se non un velo gettato sull’abisso? Ce n’è giunta almeno una testimonianza bruciante: il breve, splendido testo del 1915 sulla Caducità. In nessun altro suo scritto Freud ha saputo toccare i vertici d’una saggezza che, nel nostro tempo, sembra solo un remoto ricordo.

Scritto per una miscellanea d’argomento goethiano, questo articolo rievoca una situazione del 1913, «una passeggiata in una contrada estiva in piena fioritura», in compagnia d’un poeta giovane ma già famoso (senza dubbio Rilke) e d’un enigmatico «amico silenzioso» (quasi certamente Lou). Sulla scena



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